Cos’é
Era dal 1999 che il Comune di Roma non rinnovava il Piano Generale del Trasporto Urbano. Lo ha fatto la giunta Marino ad Aprile 2015. Il PGTU è uno strumento di programmazione di medio periodo finalizzato alla razionalizzazione dei sistemi e dei servizi di mobilità esistenti e alla regolazione della domanda di spostamenti, basandosi sulle indagini ed i dati dell’Agenzia della Mobilità. E’ la premessa strategica per il PUM (il Piano Urbano della Mobilità), che riguarda le infrastrutture “pesanti” come le metropolitane.
Qualche dato
Al momento della stesura del Piano (2014) nella capitale circolavano 2.800.000 (duemilioniottocentomila) veicoli di cui 700mila a due ruote. Ci sono ben 978 veicoli ogni mille abitanti contro i 415 di Parigi e i 398 di Londra. L’uso del trasporto pubblico si attesta intorno al 28%, con una rete di corsie preferenziali ferma da 5 anni a 100km. La popolazione che vive fuori da GRA è aumentata dal ’98 del 12%, dal 2004 al 2014 i pendolari sono aumentati del 60% L’aumento del traffico privato ha un impatto negativo sulla sicurezza stradale: il numero dei morti è di ben 154 l’anno. Male sul fronte ecologico: poche piste ciclabili (lo 0,6% della rete stradale sebbene la domanda sia in crescita), e ancora marginali le offerte per la mobilità alternativa, come car sharing, car pooling, bike sharing e mobilità elettrica.
Cosa ne pensano i cittadini
Da un’indagine CATI sulla mobilità, effettuata su un campione di 1500 persone, è emerso che la sicurezza stradale è la prima tra le priorità avvertite dalla popolazione, immediatamente seguita dalla necessità di migliorare gli spostamenti per le fasce più deboli. Risulta basilare migliorare l’efficienza del trasporto pubblico per renderlo più conveniente ed accessibile rispetto ai trasporti privati. In misura minore, ma comunque consistente, i cittadini esprimono la necessità di salvaguardare l’ambiente, ridurre l’inquinamento (anche quello acustico) ed organizzare la mobilità in modo che questa sia più facilmente fruibile e più sicura, anche nella gestione del trasporto delle merci.
Cosa prevede il piano
L’obiettivo primario è la riduzione del traffico privato, da ottenersi incentivando l’uso del TP attraverso la riorganizzazione della rete esistente e il rafforzamento della rete ferroviaria già esistente (FL1 FL4 FL6 FL7) e la sua auspicabile integrazione con la rete tranviaria e metropolitana ((la caduta della giunta ha già, purtroppo, fermato la prevista realizzazione del tratto tranviario Trastevere-Ostiense) . Gli effetti positivi ricadrebbero anche sull’ambiente che si gioverebbe anche di un’incentivazione dell’uso della bicicletta, (l’integrazione del suo uso col TP, parcheggi e stalli dedicati, lo sviluppo di un sistema di piste ciclabili) e degli incentivi ai sistemi di mobilità alternativa.
Gli obiettivi in sintesi
- +20% di velocità commerciale del trasporto pubblico di superficie (con più corsie preferenziali e nuovi itinerari “a priorità semaforica”);
- +20% di utenti dei mezzi pubblici;
- morti sulle strade dimezzati nel 2020 rispetto al 2012, come da impegni assunti con l’Unione Europea;
- almeno un’ “isola ambientale” in ogni Municipio nei prossimi due anni;
- centro storico interamente riorganizzato per isole ambientali – da estendere progressivamente alle aree esterne – e percorribile solo dai mezzi a basse emissioni;
- aumento dell’uso delle piste ciclabili entro due anni (+4% in tutta la città, +10% in centro storico).
Benefici
Le simulazioni dell’insieme degli interventi previsti dal PGTU, insieme all’apertura delle metropolitane C a San Giovanni, mostrano che è possibile già nei prossimi anni ottenere l’incremento dell’uso del trasporto pubblico e della mobilità ciclo-pedonale, la riduzione dell’uso delle auto e delle moto.
Si possono inoltre quantificare gli effetti economici positivi derivanti dalla nuova efficienza del TPL: circa 600 milioni di euro l’anno, che indicativamente, basterebbero a sostenere i costi dell’intera rete di metropolitane prevista dal Piano Regolatore Generale (PRG).
f.s.
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