Ostia è una cittadina di 95.000 abitanti affacciata sul mar Tirreno. E’ il mare dei romani dai tempi del fascismo, dopo la bonifica del territorio fatta subito dopo il passaggio del territorio allo Stato Italiano. Teatro dell’omicidio di Pier Paolo Pasolini nel 1975, è da anni in mano a due famiglie mafiose che si spartiscono tutti i principali presidi economici della città. Come recita la recente relazione del prefetto Gabrielli, che ne ha predisposto prima lo scioglimento nel mese di agosto 2015 e poi il commissariamento a distanza di due settimane, “Le indagini hanno confermato l’esistenza sul territorio ostiense di due distinte associazioni mafiose (quella dei Fasciani nata e costituita sul litorale ed alleata con gli Spada e quella dei Triassi-Cuntrera, proiezione della tradizionale mafia agrigentina) in lotta per la spartizione degli interessi economici dell’area, individuabili innanzitutto nelle attività commerciali della fascia litoranea (gestione spiagge, stabilimenti balneari, chioschi e punti di ristoro).”
Da tempo il lungomare di Ostia è soprannominato “” per le costruzioni abusive che impedivano l’accesso al mare. L’azione dell’Amministrazione, con l’impegno del sindaco Marino e dell’assessore alla legalità Alfonso Sabella, tesa a rimuovere questa illegale appropriazione di un bene comune ha portato ad un braccio di ferro e ad azioni di forza per ripristinare il libero accesso alle spiagge.
Quest’estate i giornali hanno riportato quasi quotidianamente la cronaca della guerra tra i balneari e l’assessore alla legalità della Giunta Marino Alfonso Sabella per l’apertura di varchi pubblici di accesso al mare . Guerra che ha avuto il proprio culmine nella recente apertura di un’inchiesta da parte della Procura di Roma.
a.c.
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