marinoAlfanoUna delle più recenti accuse mosse al sindaco Marino è quella di non essersi accorto in tempo della gravità degli illeciti che avvenivano al Comune di Roma e di aver sottovalutato il problema e le conseguenze sull’affidamento degli appalti e sulla gestione della macchina amministrativa.
Marino, appena insediato nel 2013, rileva che il bilancio del comune è gravato da uno squilibrio strutturale di circa € 800.000.000. Mentre si avvia il confronto con l’allora Presidente del consiglio Enrico Letta per trovare una soluzione definitiva per l’equilibrio finanziario di Roma Capitale, richiede al Ministro dell’Economia di disporre una urgente verifica contabile da parte dei servizi ispettivi di finanza pubblica. Gli esiti della verifica ispettiva,trasmessi alcuni mesi dopo (aprile 2014), evidenziano gravissime irregolarità della amministrazione di Alemanno con negative conseguenze economiche per il Comune e quindi per i cittadini di Roma. Nel frattempo Marino aveva anche presentato esposti alla procura della Repubblica per illeciti riguardanti Metro C e AMA e consegnato al procuratore Pignatone documentazione riservata utile alle indagini su mafia capitale. (vedi memoria del sindaco Ignazio Marino al prefetto).

 Marino riferisce (nella stessa memoria) di altri provvedimenti presi dalla giunta per arginare i comportamenti improntati alla illegalità (rotazione dei dirigenti, cambio dei vertici nelle aziende municipalizzate, approvazione del bilancio di previsione nei tempi opportuni) . Per quanto riguarda l’ultimo aspetto, nella memoria si evidenzia come la mancanza di un bilancio di previsione renda possibili e a volte inevitabili procedimenti di affidamento di forniture in deroga alle previsioni di legge e sottolinea anche che il bilancio di previsione per il 2014 approvato in giunta, nonostante la situazione descritta, nell’aprile 2014 trovi la sua prima calendarizzazione nella Conferenza dei Capigruppo del 16 luglio 2014 (All. 7), e viene approvato in Assemblea soltanto il 1° agosto, vanificando, almeno in parte, il beneficio che l’Amministrazione avrebbe conseguito, in termini di programmazione degli interventi, da una più sollecita conclusione dell’iter di approvazione del documento.

Gli esiti delle indagini su mafia capitale evidenziano la forte discontinuità tra l’amministrazione di Marino e quella di Alemanno ma rilevano la permanenza di comportamenti illeciti da parte di persone che operano nell’amministrazione.

Le ordinanze di misura cautelare che seguono riguardano «cinque componenti dell’Assemblea capitolina» attuale e anche «numerosi dirigenti e funzionari» del Comune e di Ama.

Come riporta un articolo di Repubblica, si tratta di quel “Capitale Amministrativo” in grado di condizionare l’azione politica, fino a ribaltarne il rapporto di forza con la pubblica amministrazione. Diciassette nomi, segnalati dalla Prefettura al Campidoglio lo scorso settembre per l’avvio delle procedure disciplinari e già allora in buona parte trasferiti ad altro incarico per iniziativa dell’assessore alla Legalità Alfonso Sabella. Si tratta dell’ex segretario generale del Campidoglio Liborio Iudicello (in passato alla Provincia di Firenze negli anni della presidenza Renzi) e della funzionaria al Patrimonio Mirella Di Giovine: l’uno e l’altra hanno volontariamente lasciato il servizio. Nonché della nutrita pattuglia di colletti bianchi in servizio nei dipartimenti cruciali per il core business della coop “29 giugno”: Politiche sociali, Verde pubblico, Patrimonio.

Certo, sostiene Pignatone, «con l’amministrazione successiva» a quella guidata da Gianni Alemanno i «contatti di Carminati ai livelli più alti non ci sono più».

E allora, si può dire che Marino non sia accorto per tempo dell’esistenza del mondo di mezzo? Si può dire che non abbia fatto tutto quello che aveva il potere di fare, come Sindaco,  per ripristinare la legalità ?

c.l.

E’ vero che Marino non si è accorto degli illeciti che avvenivano al Comune?
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