rimozionecartelloneIl sindaco e la giunta hanno presentato ad ottobre 2014 il Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (PRIP) ed il nuovo Regolamento, superando il quadro esistente riguardo l’impiantistica pubblicitaria sul territorio, fino ad allora basato su un complesso sistema di provvedimenti non coordinati. Il piano, che impone nuove regole sistematiche per il settore, assenti dagli anni ’90, prevede fondamentalmente:

  • il dimezzamento dei metri quadri totali di pubblicità e la loro assegnazione attraverso una gara pubblica, in trasparenza
  • l’imposizione di vincoli ambientali, attraverso la divisione della città in tre aree, in una delle quali sarà completamente vietata l’affissione, mentre nelle altre due ci saranno proprie regolamentazioni.

Attraverso il PRIP si stabiliscono quindi, sull’intero territorio comunale, le regole per la distribuzione dei cartelloni ed altri impianti pubblicitari  lungo strade e spazi pubblici, la loro tipologia e dimensione, i formati possibili e le caratteristiche nelle diverse porzioni del territorio . Il Regolamento serve a definire l’applicazione del canone sulla pubblicità, le limitazioni e i divieti e i criteri applicativi per il PRIP.
Recependo le prPRIPescrizioni della Valutazione Ambientale Strategica (VAS), si è provveduto a limitare l’impatto ambientale delle affissioni, escludendo interamente i tratti stradali circostanti le aree naturali protette, inserendo le norme per il contrasto all’inquinamento luminoso. Inoltre si prevede una divisione della città per zone diversamente regolate, in una delle quali viene vietata completamente l’istallazione di impianti pubblicitari, mentre le altre due avranno proprie regolamentazioni. Viene inoltre approvata una delibera che cancella la sanatoria di 5.000 impianti abusivi (privi di autorizzazione), con il rigetto dei ricorsi al R e l’applicazione delle conseguenti sanzioni e rimozioni. Oltre ai vincoli ambientali è previsto anche un controllo sui contenuti : viene imposto il divieto, anche per gli impianti privati, di esporre pubblicità con contenuti che presentino stereotipi di genere o che inciti al sessismo o alla violenza, ed in particolare “Sarà proibito d’ora in poi nel comune di Roma, nella capitale d’Italia, utilizzare il corpo della donna, nelle affissioni pubblicitarie, associandolo all’idea di oggetto o di commercio”. Come si rileva da una tabella di confronto tra la regolamentazione dell’impiantistica del Comune di Roma e quella di Milano, a Roma, prima dell’intervento, al doppio della quantità di spazi di affissione disponibili rispetto alla città lombarda corrisponde meno della metà dei proventi ricavati: il piano cerca di modificare anche questo aspetto, imponendo una regolamentazione che porti quindi, oltre alla riduzione delle aree destinate alla pubblicità, all’innalzamento delle tariffe previste, permettendo così di aumentare gli introiti del comune da destinare a progetti per la città, dal decoro urbano, al bike sharing alle piste ciclabili. Ovviamente per gli utenti del settore ciò implica minore disponibilità di spazi a fronte di spese più elevate. La questione PRIP, spinta anche dalle associazioni ambientaliste e quelle di tutela del patrimonio artistico, prima di approdare così come è stata presentata ha subito molte vicissitudini: per diversità di vedute tra la affissioneabusivaPDmaggioranza, la giunta e il sindaco, incentratesi tutte sulla questione che riguarda le scorciatoie per le imprese così dette virtuose (per le quali era stata immaginato un bando differenziato); inoltre, come ogni cambiamento che intacca consolidati interessi economici (per esempio le restrizioni agli urtisti -i camion bar- nelle aree in vicinanza dei monumenti), l’applicazione del piano era stata osteggiata da una serie di ricorsi (con la richiesta di sospensiva) poi respinti dal Tar . Anche il PRIP è attualmente a rischio.  La situazione della amministrazione capitolina ed il repentino precipitare degli eventi fanno temere che l’implementazione del piano possa essere bloccata dalla rimozione del sindaco: infatti si prevedevano “quindici piani di localizzazione (uno per ogni municipio, redatti da Aequa Roma) che serviranno a individuare sul territorio numero, posizione esatta e dimensioni di ogni impianto” che, già approvati dai municipi in prima istanza, devono ancora terminare l’iter previsto. Afferma Marta Lenori (assessore al Commercio, tra i dimissionari) nello stesso articolo: “i piani dovrebbero tornare in giunta per l’ok definitivo. Solo allora avremo le basi per far partire gli appalti”. Si legge ancora: “Ci auguriamo che il Commissario possa portare avanti tutta questa eredità che lasciamo” E’ Andrea Santoro, minisindaco del IX, a rassicurare chi teme lo stop con il commissariamento, e l’eventuale cambio di rotta. Un passaggio di testimone, perché almeno su questo la città non debba ricominciare da zero.
Speriamo.

f.s.

IL PRIP : Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari
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