GRAB-4A Maggio 2015 viene presentato il progetto del GRAB, il Grande Raccordo Anulare delle Bici, 44,2 chilometri, una grande pista ciclabile tutta dentro Roma, tutta in piano, in grado di condurre in poco più di un’ora dalla periferia al centro, da est a ovest o da nord a sud. Pensato dalle associazioni ambientaliste e delle due ruote (come Legambiente e VeloLove) in modalità crowdsourcing, il GRAB è stato progettato per attraversare la città e i suoi luoghi più significativi, intersecando le linee dei mezzi pubblici (stazioni ferroviarie e metro) per permettere ai ciclisti l’utilizzo incrociato di biciclette e TPL.
Il percorso del Grab si snoda lungo vie pedonali e ciclabili, parchi, aree verdi e argini fluviali (31,9 chilometri, il 72,2% del tracciato). Altri 3,6 chilometri (l’8,1%) sono previsti su marciapiedi sufficientemente ampi da ospitare una ciclabile. Allo stato, l’80,3% del GRAB è già pronto e pedalabile in sicurezza.GRAB-6
Ignazio Marino in sintonia con il ministro Delrio, dichiarava il suo sostegno al progetto, in linea con le politiche del campidoglio orientate ad una “rigenerazione del territorio, come sottolineava l’allora assessore alla trasformazione urbana Giovanni Caudo.
Come annunciato da Marino dalla sua pagina di Facebook, inoltre, il progetto è stato premiato a New York come uno dei migliori al mondo, “uno strumento per migliorare nel concreto la vita dei cittadini”,
Il costo finale del GRAB oscilla tra i due e i quattro milioni di euro: i fondi, secondo quanto riferito dal sindaco dopo il vertice con il ministro Delrio, saranno quelli del Giubileo.  Scrive il Fatto Quotidiano “bisogna evitare che il progetto (definito “il contrario di una Grande Opera”) costruito gratis da associazioni e cittadini interessati venga stravolto o usato per fini impropri dai poteri cittadini, che poi sono soprattutto il mattone e la politica
La crisi della giunta Marino e l’arrivo del nuovo assessore ai trasporti Stefano Esposito nel luglio 2015 bloccano il progetto. Secondo l’ex assessore il tracciato elaborato era pericoloso e deficitario in molte delle sue parti: durante un incontro con le associazioni di ciclisti della Capitale Esposito nega, per mancanza di fondi, qualsiasi possibilità di interventi a favore della mobilità sostenibile incluse le bike lines promesse da Marino che giudica pericolose (dichiarando inoltre di non volersene assumere la responsabilità, di fatto lavandosene le mani e lasciando pertanto i ciclisti romani in balia della caotica circolazione automobilistica della capitale)
Dopo la fine dell’amministrazione Marino il progetto è stato preso in carico dal ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, il quale ha fatto in modo che nella finanziaria fossero stanziati i fondi per la sua realizzazione “immediata”Il Corriere scrive che i promotori del progetto attendono un incontro per spingere il Comune a richiedere i finanziamenti, permettendo così al cantiere di partire e rendendo finalmente il percorso ciclo-pedonale fruibile, (ricucendo i tratti esistenti ma scollegati, mettendo in sicurezza i punti critici e cancellando, magari, quelle «brutture» che ogni tanto si incontrano: centraline al centro della corsia, scale, pali).

f.s.

GRAB: il grande raccordo anulare delle bici
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