campagna canili#iostoconglianimali

Nel 2015 si è diffusa sui social una campagna legata ad una petizione on line accompagnata dall’hashtag #noaiprivatineicanili e #iostoconglianimali sostenuta da moltissimi VIP, oltre che da cittadini preoccupati. L’accusa fatta alla giunta Marino, ed in particolare al Sindaco e all’assessore incaricato Estella Marino, era non solo di voler privatizzare i canili municipali ma di volerli dare in affidamento ad una società pugliese accusata di prendere parte a pratiche legate alla vivisezione.

Cosa è veramente accaduto?

Una serie di valutazioni relative allo stato dei canili ne aveva evidenziato le condizioni approssimative e spesso non a norma, tanto da costringere alcune ASL a sospendere l’ingresso di nuovi animali (e a dirottarli effettivamente presso strutture private). Il comune ha così indirizzato alcuni finanziamenti per la ristrutturazione dei siti ed ha inaugurato una serie di servizi aggiuntivi, come il pronto soccorso aperto 24 ore.

Dal punto di vista amministrativo i canili sono sempre stati affidati alla gestione di associazioni private alle quali venivano corrisposti dei fondi di danaro, piuttosto cospicui. Ma le normative europee prevedono che per esborsi di entità cospicue l’affidamento degli appalti venga proposto attraverso bandi pubblici. Il Comune di Roma, invece dal 2001 aveva dato in gestione, per affidamento diretto e senza alcun bando, le strutture municipali. Per sanare questa anomalia, che si protraeva da diversi anni, sono state approntate delle procedure di bando pubblico, tre per l’esattezza, poiché le prime due sono state annullate. La prima procedura, del 2013, venne impugnata poiché prevedeva delle regole più restrittive rispetto alla normativa nazionale. Nel 2014 una seconda procedura venne sospesa nell’ambito delle indagini su Mafia Capitale, per un sospetto di infiltrazioni mafiose. Infine, nel 2015 il bando è stato finalmente pubblicato, e la gara di pubblico appalto è stata vinta da una società pugliese,  la Mapia, (i cui gestori sottolineano essere una semplice società di servizi, assolutamente distante dalle pratiche di vivisezione) che tuttavia, da regolamento, ha potuto prendere in gestione una sola struttura.

Il bando nell’ottica di rientro dal grave deficit del Comune di Roma era stato impostato al ribasso e quindi è stata esclusa, per aver fatto una proposta con un prezzo più elevato, proprio la società che per vent’anni (dalla giunta Rutelli fino all’attuale) ha comunque goduto dell’anomalo affidamento diretto, l’AVCPP, (Associazione Volontari Canili Porta Portese), la stessa che ha promosso la petizione su change.org. Resta il problema della copertura dei dipendenti che dovrebbero essere riassunti da chi si aggiudica l’appalto ma che, per ovvi motivi di tagli delle spese,  saranno comunque penalizzati.

Non c’è dunque una privatizzazione in atto: si è invece provveduto a regolarizzare una situazione quanto meno anomala dal punto di vista normativo.

f.s.

Giù le mani dai canili !
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