ACQUA_PUBBLICAL’ACEA ai tempi di Alemanno .

Già durante un’assemblea di ACEA dell’aprile 2013 Ignazio Marino chiede di posticipare la nomina del nuovo CDA dichiarando inaccettabile che a un mese dalle elezioni un Comune in scadenza nomini nuovi vertici. In quella occasione Marino mette a fuoco alcuni dei problemi riscontrati nella gestione della partecipata, in particolare un management sovradimensionato e sovraretribuito, una  gestione dell’azienda inefficiente ed orientata di fatto alla privatizzazione di un bene comune  a dispetto dell’esito dei referendum sull’acqua pubblica.

Attualmente, infatti, i vertici aziendali di Acea ricevono compensi superiori a quelli del Presidente degli Stati Uniti e del Presidente della Repubblica. Compensi che stridono nettamente con i numeri fallimentari registrati dall’azienda: azioni svalutate del 56%, utile netto sceso del 58% e un indebitamento finanziario pari al 53%

Il rinnovo del CDA contro i poteri forti.

Nel giugno 2014 , con Marino sindaco, l’assemblea dei soci – Roma Capitale detiene il 51% delle azioni – nomina un nuovo CDA, a maggioranza femminile, portando i componenti  da 9 a 7 e riducendone i compensi con un risparmio complessivo del 70% . I componenti del nuovo CDA sono stati scelti secondo il merito, senza tenere in alcun conto le appartenenze politiche.  Marino, nella riunione dei vertici e azionisti aveva attaccato la vecchia gestione della società distintasi per contributi a pioggia e nomine senza controllo. Scrive il quotidiano:  “Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, mette a segno una vittoria nella guerra su Acea che lo vede contrapposto a Francesco Gaetano Caltagirone“. Il potente costruttore ed editore detentore del 15,8% della partecipata si era dichiarato contrario all’ipotesi del taglio del CDA, che una volta approvato lo ridimensiona notevolmente: Caltagirone si trova infatti a perdere l’altro suo rappresentante nel consiglio rimanendo da solo. La riunione aveva anche bocciato la relazione sui compensi del CDA della precedente gestione, contando su una larga maggioranza composta dai rappresentanti di Roma Capitale e dai piccoli azionisti.

La mission pubblica di ACEA: gli investimenti.

Marino nell’occasione ribadisce la mission pubblica di ACEA, per la quale, oltre ai profitti auspica investimenti per la rete idrica ed elettrica della città. Infatti, a febbraio 2015 vengono annunciati nuovi bandi per appalti  con investimenti per circa 500 milioni.

Da 100 appalti annuali si passa a 5 macroappalti, attivando affidamenti strategici e di lungo periodo (da un minimo di 3 a un massimo di 5 anni), nella direzione sia della digitalizzazione delle reti idriche e della distribuzione elettrica,  sia verso investimenti per la realizzazione/manutenzione di nuove infrastrutture idriche e condotte fognarie … e con la previsione di un controllo stringente della corretta esecuzione delle forniture.

 f.s.

ACEA, il lavoro della giunta Marino
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